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dell'impero romano cap. lix |
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Re di Francia e de’ soldati che gli rimanevano1. Gli effeminati discendenti de’ compagni d’armi di Saladino; ammolliti dal lusso e dal clima, non sarebbero già stati di per sè stessi abili a resistere al fiore della cavalleria dell’Europa; e dovettero la vittoria al valore dei loro schiavi o Mammalucchi, robusti figli del Deserto, compri al mercato della Sorìa, e sin dai primi anni allevati in mezzo ai campi e nel palagio del Sultano. Ma non andò guari che l’Egitto offerse un nuovo esempio dei pericoli da temersi da pretoriane coorti, e che la rabbia di queste feroci belve, lanciate dianzi contra i Franchi, si volse allo strazio del proprio loro benefattore. Inorgogliti della vittoria, i Mammalucchi trucidarono Turan-Saw, ultimo rampollo della sua dinastia; indi i più audaci di questi assassini, brandendo la scimitarra, tuttavia grondante del sangue del lor Sultano, nella stanza penetrarono del franco re prigioniero. La fermezza opposta da Luigi costrinse al rispetto costoro2,
- ↑ Fu chiesto e conceduto pel riscatto di S. Luigi, un milione di bisantini; ma il Sultano lo ridusse a soli ottocentomila, la qual somma Joinville calcola equivalente a quattrocentomila lire francesi de’ suoi tempi, e Mattia Paris a centomila marchi d’argento (Ducange, Dissert. 20 sopra Joinville).
- ↑ Joinville assicura, con tutta la serietà, il desiderio manifestato dagli Emiri per eleggersi S. Luigi in loro Sultano, la quale idea non trovo tanto assurda quanto al Signor di Voltaire, lo è sembrata (Histoire générale, t. II, p. 386, 387); i Mammalucchi erano eglino stessi stranieri, ribelli, eguali fra loro, conoscevano il valore del re di Francia, speravano forse di convertirlo, e in una tumultuosa assemblea, un tale partito, che non fu poi accettato, poteva anche essere stato proposto da qualcuno di quegli Emiri, segretamente propensi al Cristianesimo.