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legrini dell’Inghilterra: ma gl’indugi volontarj, o inevitabilmente congiunti a sì immensi apparecchi, estenuarono le vettovaglie e le forze dei più poveri fra i pellegrini; le infermità e le diserzioni l’esercito diradarono, e la state ardente della Calabria anticipò i disastri che a quelle truppe si preparavano nei campi della Sorìa. Finalmente l’Imperatore salpò da Brindisi con una flotta e un esercito di quarantamila uomini. Ma non tenne il mare più di tre giorni, e una precipitosa ritirata, che gli amici di lui a grave infermità attribuirono, venne dai suoi avversarj riguardata, come una volontaria e ostinata inobbedienza ai voleri del Sommo Pontefice. Per avere infranto il suo voto, Federico videsi scomunicato da Gregorio IX, che lo scomunicò una seconda volta nel successivo anno per avere ardito adempire lo stesso voto1; e intanto ch’egli conduceva la Crociata in Palestina, una Crociata bandivasi in Italia contro di lui, e ritornando venne costretto a chieder perdono di ingiurie che unicamente avea ricevute. Gli Ordini militari e il Clero di Palestina, erano stati anticipatamente avvertiti di disobbedirgli, e non farsi lecito il menomo consorzio con un uomo scomunicato. Per ultimo aggravio, l’Imperatore si trovò in mezzo al suo campo, e, ne’ proprj Stati di Palestina, costretto a tollerare che i comandi venissero dati in nome di Dio e della Repubblica cristiana, che del suo nome non fosse fatta menzione. Trionfale fu l’ingresso di Federico in Gerusalemme; e colle proprie mani, perchè niun ecclesiastico a

  1. Il buon Muratori sa ben che pensare, ma non che dire a tale proposito; Chino qui il capo ec. (p. 322).