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trascorsi pochi mesi la gloria e la vita di Saladino videro il termine. [A. D. 1193] Vien celebrato dagli Orientali il modo edificante cui questo guerriero finì i suoi giorni in Damasco; nè a quanto sembra pervennero ad essi le bizzarre notizie delle elemosine egualmente distribuite ai settarj di tre religioni diverse, nè del panno funebre sostituito allo stendardo di Maometto, per avvertire l’Oriente della instabilità delle umane grandezze1. Colla morte di Saladino l’unità dell’Impero fu sciolta; oppressi i figli di lui dal poderoso braccio del loro zio Safadino, le dissensioni fra i Sultani d’Egitto, di Damasco e di Aleppo si rinovarono2; circostanze tutte per le quali i Franchi poterono respirare in pace nelle Fortezze lor rimaste sulle coste della Sorìa, e alle speranze tuttavia abbandonarsi.

[A. D. 1198-1216] La decima, conosciuta sotto il nome di decima di Saladino, tributo a cui il popolo e il Clero della Chiesa latina si erano assoggettati per le spese necessarie a guerreggiar Saladino, è il più splendido monumento della rinomanza di questo guerriero, e del terrore che aveva inspirato. Una tal costumanza portava troppo vantaggio ad alcune persone, perchè cessar dovesse col cessar de’ motivi dai quali ebbe origine. Da questo tributo derivano le ricognizioni

  1. Anche il Vertot (t. I, p. 251) ammette in questa ridicola favola della indifferenza religiosa di Saladino; di quel Saladino che fino all’ultimo respiro rigidamente professò l’Islamismo.
  2. V. la genealogia degli Aiubiti in Abulfaragio (Dynast., p. 277 ec.), le Tavole del de Guignes, la Art de vérifier les dates, e la Bibl. orient.