Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano XI.djvu/438

432 storia della decadenza

cuni dubbj in ordine alla convenzione, alcuni indugi nell’adempirla, avendo ridestata la furibonda rabbia de’ Franchi, il truce Riccardo fe’ decollare quasi a veggente del Sultano tremila Musulmani. Certamente la conquista di Acri mise in poter de’ Latini una ragguardevole Fortezza e un ottimo porto; ma a caro prezzo un tal vantaggio scontarono. Lo Storico, ministro di Saladino, fondandosi sulle asserzioni stesse degli avversarj, calcola a cinque, o seicentomila uomini il numero de’ Cristiani successivamente approdati, e a centomila quello de’ morti coll’armi alla mano. Molto maggior numero ne tolser di vita i naufragi e le infermità; e d’un esercito sì sterminato, una piccolissima parte potè, immune da disastri, rivedere la patria1.

[A. D. 1191-1192] Filippo Augusto e Riccardo I, sono i due soli Re di Francia e d’Inghilterra, che abbiano sotto le stesse bandiere militato; ma scambievole gelosia di nazione pregiudicava alla santa guerra che avevano intrapresa; e le due fazioni, ciascuna delle quali riconosceva per suo proteggitore nella Palestina uno di questi Principi, più accanite al reciproco danno, che a quello del comune inimico, mostravansi. Gli Orientali riguardavano il Re di Francia come superiore in dignità e possanza all’Inglese, e in mancanza dell’Imperatore, i Latini, siccome lor Capo lo

  1. Boadino, p. 14. Egli cita la sentenza di Baliano e del principe di Sidon, aggiugnendo: ex illo mundo quasi hominum paucissimi redierunt. Fra i nomi de’ Cristiani periti sotto le mura di Acri, trovo quelli degl’Inglesi, Ferrers, conte di Derby (Dugdale, Baronnage, part. I, p. 260), Mowbray (idem., p. 124); Mandevil, Fiennes, S. John, Scrope, Pigot, Talbot ec.