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il suo popolo per munire di soccorsi un Forte rilevante qual Tiberiade si era1. Il traditor Raimondo, dopo avere additato ai nemici il modo di sorprendere i Cristiani in un campo mancante d’acqua, all’istante della battaglia, si diede alla fuga, da suoi e dai nemici egualmente esecrato2. Sconfitto e preso Lusignano in un combattimento, che gli costò la perdita di trentamila uomini, la vera Croce, il che fu massimo avvilimento per li Cristiani, cadde nelle mani degl’Infedeli. Venne condotto nella tenda di Saladino il Re prigioniero, quasi moriente di sete e paura. Il vincitor generoso lo presentò di una tazza di sorbetto; ma non permise a Rinaldo di Castiglione il partecipare di tale atto di clemenza e di ospitalità. „La persona e la dignità di un Re, dicea Saladino a Lusignano, son sacre; ma quest’empio masnadiero renderà tosto omaggio al Profeta ch’egli ha bestemmiato, o perirà della morte che per tante riprese ha meritata„. Fosse orgoglio, o comando della sua coscienza, il guerriero cristiano ricusò il primo patto, e, percosso sul capo dalla scimitarra del Sultano, le guardie del medesimo terminarono di dargli morte3.

  1. Templarii ut apes bombabant, et Hospitalarii ut venti stridebant, et barones se exitio offerebant et Turcopoli (le truppe leggiere de’ Cristiani) semetipsi in ignem injiciebant (Ispahani de expugnatione Kudsitica, p. 18, presso Schultens). Questo saggio di araba eloquenza è diverso alquanto dallo stile di Senofonte.
  2. I Latini affermano che Raimondo avea tradito i Cristiani; gli Arabi lo danno a credere; ma se di questi, egli avesse abbracciata la religione, sarebbe stato posto dai Maomettani nel novero de’ loro Santi ed eroi.
  3. Rinaldo, Reginaldo, o Arnoldo di Castiglione, è cele-