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dell'impero romano cap. lix 419

sue scoperte speculative, venne preso, e, per ordine del pietoso Sultano, strozzato. Il più oscuro fra’ sudditi poteva implorare la giustizia del Divano contra il Principe, o contra il ministro del Principe; e solamente, allor che un regno era prezzo dell’ingiustizia, Saladino non sentiva ritrosìa nel commetterla. Mentre i discendenti di Selgiuk e di Zenghi gli teneano la staffa, e davano ordine ai suoi vestimenti, gl’infimi servi della sua casa riceveano prove della dolcezza e dell’affabilità del loro Signore; si contraddistinse per eccesso di liberalità all’assedio di Acri colla distribuzione gratuita di dodicimila cavalli, e quando morì non furono trovate nel suo erario che quarantasette dramme d’argento, e una sola piastra d’oro. Durante un regno, quasi tutto speso nelle guerre, i tributi diminuì, e i cittadini godettero pacificamente de’ frutti di loro industria. Nell’Egitto, nella Sorìa e nell’Arabia, moschee, collegi, ospitali e una ben munita Fortezza nel Cairo edificò: ma tutte le fondazioni di Saladino avendo per mira il ben pubblico1, fra queste non ebbevi un palagio, un giardino al lusso personale del Sultano serbati. In un secolo di fanatismo le naturali virtù di un fanatico eroe gli stessi Cristiani a stima e ad ammirazione costrinsero: dell’amicizia di Saladino l’Imperatore di Alemagna gloriavasi2; quel di Bisanzo, suo confederato, il chiedeva3. La conquista di

  1. L’ignoranza e de’ nativi dell’Egitto, e de’ viaggiatori, al proposito di molte di queste fondazioni, e particolarmente del Castello del Cairo e del pozzo di S. Giuseppe, ha confuse insieme le opere del Sultano e del Patriarca.
  2. Anon. Caris. t. III, parte 2, p. 504.
  3. Boadino, p. 129-130.