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dell'impero romano cap. lix 415

del padre di lui, e dello zio1; e il figlio di Giob, o Aìub, semplice Curdo, era a bastanza grande di per sè stesso per ridersi dell’adulazione di chi ne volea derivata sin dai Califfi arabi la genealogia2. Noraddino prevedea sì poco la rovina prossima ed imminente alla propria famiglia, che costrinse Saladino a seguire in Egitto il suo zio Siracù. Questo giovine assicurò la sua rinomanza militare nella difesa di Alessandria, e se potessimo prestar fede ai Latini, sollecitò ed ottenne dal generale cristiano gli onori profani della cavalleria3. Morto Siracù, Saladino, il più giovine e il meno possente fra gli Emiri, per questa considerazione appunto ottenne la carica, divenuta, come dicemmo, men rilevante di gran Visir; ma giovatosi de’ consigli del padre, la cui venuta al Cairo egli aveva affrettata, bentosto per suo ingegno acquistò preminenza sopra gli eguali, e seppe rendere affezionato a sè e ai proprj interessi

  1. Dobbiamo al professore Schultens i materiali i più autentici e preziosi intorno alla vita di Saladino; e sono: la vita di questo principe, composta dal suo ministro ed amico, il Cadì Boadino; numerose compilazioni della storia composta dal parente di Saladino, principe Abulfeda di Hamà. Aggiugneremo a questi l’articolo Salahaddin della Biblioteca orientale, e quanto è possibile il raccogliere dalle Dinastie di Abulfaragio.
  2. Poichè il medesimo Abulfeda era un Aiubita, gli si dee merito, d’avere, almeno col suo silenzio, professata la modestia del fondatore.
  3. Hist. Hieros., nell’Opera Gesta Dei per Francos, (pag. 1152). Trovasi un esempio di simil fatta nel Joinville (pag. 42, ediz. del Louvre); ma il pietoso S. Luigi ricusò agl’Infedeli l’onore di ammetterli a far parte di un Ordine cristiano (Ducange, Observ. p. 70).