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dell'impero romano cap. lix 401

rimasto al secolo, avrebbe posseduta la settima parte di un mediocre retaggio; coi pronunziati voti di penitenza e di povertà1, col rifiuto di ogni dignità ecclesiastica, coll’assoluta non curanza delle vanità mondane, l’Abate di Chiaravalle divenne l’oracolo dell’Europa e il fondatore di centosessanta monasterj. La libertà delle appostoliche censure ch’ei profferiva, facea tremare i Papi e i Sovrani. In uno scisma della Chiesa, la Francia, l’Inghilterra, Milano lo consultarono, e stettero al giudizio ch’ei pronunciò, Innocenzo II, non dimenticò di aver dovuta all’Abate di Chiaravalle la tiara; e di questo Abate era stato amico e discepolo Eugenio III, successor d’Innocenzo. Ma la pubblicazione della seconda Crociata, fu per S. Bernardo l’istante di splendere qual missionario profeta, chiamando le nazioni alla difesa

    non combinabile colla ragione, e coll’umanità. Riferendo poi l’Autore il vocabolo Santo ai Cristiani, fra’ quali era S. Bernardo, avverta il lettore, che vie più, quando veramente lo meritino, il vocabolo Santo è, loro bene applicato nel suo vero senso, inseparabile dall’uso della ragione, e dai sentimenti di umanità: nè varrebbe l’opporre alcuni fatti di zelo eccessivo e condannevole. (N. di N. N.).

  1. I discepoli del Santo (vit. prima, l. III, c. 2, p. 1232; vit. secunda, c. 16, n. 45, p. 1383) raccontano un esempio sorprendente della pietosa apatia del loro maestro. Juxta lacum etiam Lausannensem totius diei itinere pergens, penitus non attendit, aut se videre non vidit. Cum enim vespere facto, de eodem lacu socii collequerentur, interrogabat eos ubi lacus ille esset; et mirati sunt universi. Per farsi idea del senso che una tal distrazione di S. Bernardo dovea eccitare, vorrei che il leggitore avesse, come io in questo momento, dinanzi alle finestre della sua Biblioteca, la deliziosa prospettiva di un sì ammirabil paese.