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dell'impero romano cap. lix 393

Imperatori di Roma, i veri successori di Costantino1, e la purezza de’ lor diritti e della lor dignità sostenevano alteramente. Il primo di questi rappresentanti di Carlomagno, non volle starsi a petto di Manuele che a cavallo, in mezzo ad una pianura; il secondo, coll’attraversare l’Ellesponto anzi che il Bosforo, si sottrasse dal passare per Costantinopoli, e dal vederne il Sovrano. Ad uno di questi Monarchi alemanni, pur coronati imperatori a Roma, il Principe greco nelle lettere che scrivea, non si degnava dare altro titolo fuor quello di Rex, o principe degli Alemanni; e il debole, quanto vanaglorioso, Isacco l’Angelo ostentava d’ignorare il nome del più grand’uomo e del maggiore sovrano del suo secolo. Intantochè gl’Imperatori greci riguardavano con abborrimento i Crociati, e siccome ministri ad essi di angosce, manteneano co’ Saracini e co’ Turchi segreta corrispondenza. Di fatto, Isacco l’Angelo che aveva in Costantinopoli fondata una moschea, ove potesse pubblicamente praticarsi il culto musulmano, doleasi perchè l’amicizia da lui dimostrata al gran Saladino, coi Franchi in mal accordo il poneva2.

III. Le numerose catene di Pellegrini che passarono il Reno dopo la prima Crociata, rimasero distrutte sulle piazze della Natolia dalla peste, dalla fame e

  1. Ego Romanorum imperator sum, ille Romaniorum (Anonimo Canis. pag. 512). Lo stile pubblico e storico dei Greci era Ρεξ Rex o princeps; però il Cinnamo riguarda come sinonimi Ιμπερατορ, Imperatore e Re Βασιλευς.
  2. V. nell’Epistole di Innocenzo III (13, p. 184), e nella Storia di Boadino (pag. 129, 130) quali fossero su di un tal genere di tolleranza le opinioni di un Papa e quelle di un Cadì.