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392 storia della decadenza

per poterla rintuzzare, la partenza e l’imbarco di questi ospiti formidabili sollecitarono. Giunto presso alla frontiera de’ Turchi, Barbarossa perdonò alla colpevole Filadelfia1, e largo di compensi ai servigi che la città di Laodicea gli aveva prestati, deplorò la fatale necessità che lo costrinse a versare il sangue di alcuni Cristiani. Ne’ parlamenti avutisi dai Principi greci co’ sovrani della Francia e dell’Allemagna, quelli si trovarono esposti a frequenti mortificazioni, e benchè, la prima volta che Luigi comparve dinanzi a Manuele, non gli fosse stato assegnato che un basso sgabello in vicinanza del trono2; appena il re francese ebbe condotto il suo esercito di là dal Bosforo, ricusò venire ad un secondo colloquio a meno che il suo fratello, l’Imperatore, non acconsentisse ad usar seco lui come con un sovrano eguale ad esso, e per mare, e sul continente. Maggiori difficoltà ancor si trovarono nel regolare il cerimoniale tra i Greci principi e gl’Imperatori Corrado e Federico. Pretendeano questi esser eglino, come

  1. Niceta biasima la condotta tenutasi dagli abitanti di Filadelfia, intanto che l’anonimo Alemanno accusa i proprj compatriotti (culpa nostra). Sarebbe da augurarsi che solamente contraddizioni di questo genere la Storia offerisse. Gli è ancora da Niceta che sappiamo il pio dolore, e gli umani sentimenti dimostrati da Federico.
  2. Χθαμαλη εδρα, bassa sedia, vocabolo che il Cinnamo traduce in latino come se fosse un sinonimo di Σεδδιον, sella. Il Ducange si adopera a tutt’uomo per coonestare questa circostanza umiliante pel suo Sovrano e per la sua patria (sur Joinville, Dissert. 27; pag. 317-320). In appresso Luigi insistè per un parlamento, in mari ex aequo, e non ex equo, come fu scioccamente in alcuni manoscritti copiato.