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dell'impero romano cap. lix 387

per grado a Goffredo e ai compagni del medesimo, benchè ad essi inferiori di fama e di merito. A capo delle lor bandiere vedevansi i Duchi di Borgogna, di Baviera e d’Aquitania; il primo, discendente da Ugo Capeto; ceppo della casa di Brunswik, il secondo. L’Arcivescovo di Milano, Principe temporale, si trasportò seco le ricchezze del suo palagio e della sua Chiesa, delle quali infine profittarono i Turchi; gli antichi Crociati, Ugo il Grande e Stefano di Chartres, tornarono in Asia per compire il voto che non aveano per anco soddisfatto. L’immensa moltitudine che disordinatamente seguivali, si avanzava in due bande, la prima composta di dugento sessantamila Pellegrini, la seconda di circa sessantamila uomini a cavallo e centomila fanti1. Gli eserciti della seconda Crociata, avrebbero potuto aspirare alla intiera conquista dell’Asia; poichè e la Nobiltà della Francia e dell’Alemagna, vedeasi animata dalla presenza dei suoi Sovrani, e il merito di Corrado e di Luigi contribuiva, non meno del loro grado, a rendere luminosa una tale spedizione, e ad infondere nelle soldatesche, una disciplina che da’ Duci subordinati avrebbe potuto difficilmente aspettarsi. L’Imperatore e il Re di Francia, conduceano ciascuno, un corpo di cavalleria formidabile, composto di settantamila uomini, oltre all’ordinario corteggio di questi Sovrani2; laonde senza tener conto delle

  1. Anna Comnena che pone di quarantamila uomini a cavallo e di centomila fanti il numero di questi migrati, li chiama Normanni, e assegna loro per condottieri i due fratelli di Fiandra. I Greci erano in singolarissima guisa ignoranti sui nomi delle famiglie e de’ possedimenti de’ Principi latini.
  2. Guglielmo di Tiro e Mattia Paris contano in ciascun esercito settantamila loricati.