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384 storia della decadenza

colo condiscesero a far parte della spedizione sotto di lui. Ripassò il mare Adriatico, condottiero di cinquemila uomini a cavallo e di quarantamila fanti d’ogni banda dell’Europa raccolti1. Ma la salda resistenza che la Fortezza di Durazzo opponea, la prudenza di Alessio, la carestia che già faceva sentirsi, e la vicinanza del verno, deluse avendo le speranze ambiziose del Capitano, i confederati ne abbandonarono vituperosamente gli stendardi. Un Trattato di pace2, diè tregua al terrore de’ Greci, che ben presto la morte dello stesso Boemondo liberò per sempre da un avversario, cui non opponea freno alcun giuramento, niun pericolo atterriva, niun prospero successo saziava. I figli di questo nel principato d’Antiochia gli succedettero; ma, determinati con ogni circospezione i confini, stipulata con tutta chiarezza la natura del vassallaggio da prestarsi da essi, le città di Tarso e di Malmistra tornarono in potere dell’Imperator di Bisanzo, divenuto padrone di tutta la circonferenza della costa di Natolia, da Trebisonda sino ai confini della Sorìa. La discendenza di Selgiuk stanziatasi nel regno di Rum3,

  1. Απο Θυλης, nella geografia bisantina dovrebbe significare Inghilterra. Pure sappiamo, in modo da non dubitarne, che Enrico I non permise a Boemondo il levar truppe dall’Inghilterra (Ducange, Not. ad Alexiad, p. 41).
  2. La copia del Trattato (Alexiad, l. XIII, p. 406-416), è un documento meritevole di curiosità, che per essere inteso bene avrebbe d’uopo della carta del Principato di Alessandria: ma potrebbe anche fornire i dati per disegnarla.
  3. V. nella dotta opera del de Guignes (t. II, part. II) quanto sulla storia de’ Selgiucidi d’Iconium, di Aleppo e di Damasco si è potuto raccogliere dagli autori Greci, Latini,