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dell'impero romano cap. lviii 373

fragmenti della Legge Scritta1, e una incerta pratica di quegli Statuti fino alla metà del secolo decimoterzo. Giovanni d’Ibelin, Conte di Giaffa, uno de’ principali feudataj, scrisse di bel nuovo il Codice2, e nell’anno 1369, ebbe terminato di rivederlo ad uso del reame latino di Cipro3.

Due tribunali d’impari dignità, instituiti da Goffredo di Buglione dopo la conquista di Gerusalem-

    sione energica delle Assise (c. 281); ciò nonostante Gerusalemme capitolò con Saladino; la regina e i principali Cristiani ebbero la libertà di ritirarsi, nè questo codice prezioso e portatile adescar potea l’avarizia de’ conquistatori. Più di una volta mi son condotto a dubitare sulla esistenza di questo Originale deposto nel Santo Sepolcro, e che ben potrebbe essere stato inventato per santificare quanto sulle costumanze dei Francesi nella Palestina fosse venuto meramente per tradizione.

  1. Un nobile giureconsulto, Raoul di Tabarie, A. D. 1195-1205, richiesto dal re Amauri di pubblicare per iscritto le nozioni che aveva acquistate a tale proposito, rifiutò di prestarsi a ciò, protestando in chiari termini que de ce qu’il savait, ne ferait-il ja nul borjois son pareil, ne nul sage homme lettré (c. 281).
  2. Il compilatore di quest’Opera, Giovanni d’Ibelin, era Conte di Giaffa e di Ascalon, signore di Barut (Berite) e di Rames; morì nell’anno di Cristo 1266 (Sanuto, l. III, part. 2, c. 5-8). La famiglia d’Ibelin che derivava da un ramo cadetto de’ Conti di Chartres in Francia, occupò per lungo tempo un grado distinto nella Palestina e nel regno di Cipro. V. l’opera Lignages de decà mer o d’outre-mer (c. 6), alla fine delle Assise di Gerusalemme. Questo libro originale contiene tutta la genealogia de’ venturieri francesi.
  3. Sedici commissarj scelti negli Stati dell’isola, terminarono l’opera nel giorno 3 di novembre 1369; e questo codice suggellato con quattro sigilli venne deposto nella Cattedrale di Nicosia. V. la Prefazione delle Assise.