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dell'impero romano cap. lviii | 371 |
tosto arricchiti1, diede ad essi abilità di mantenere truppe regolari di cavalleria e fanteria che difendessero la Palestina. Ma presto fra l’armi l’austerità monastica si dileguò; e per avarizia, orgoglio, corruttela di costumi, questi frati guerrieri tutto il Mondo cattolico scandalezzarono, armando pretensioni di immunità e giurisdizione: turbato venne per essi il buon accordo della Chiesa e dello Stato, e le loro gare mosse da scambievole gelosia, minacciavano ad ogn’istante la pubblica tranquillità. Pure sino allorquando più forti erano le costoro sregolatezze, i Cavalieri ospitalieri e templarj serbarono il lor carattere di fanatismo e d’intrepidezza; trascurando di vivere sotto le leggi di Gesù Cristo, pronti in ciascun’ora mostravansi a morire in difesa delle sue bandiere; e fu questa Instituzione, che dal Santo Sepolcro all’isola di Malta trasportò quello spirito di cavalleria da cui le Crociate ebbero origine, e che le Crociate mantennero2.
[A. D. 1369] Lo spirito di libertà che in mezzo alle istituzioni feudali trapela, parlava con tutta la sua forza ai cam-
- ↑ V. Mattia Paris, (Hist. Major., p. 544). Egli assegna agli Ospitalieri diciannovemila, ai Templarj novemila maneriu, vocabolo il cui significato, come il Ducange ha giudiziosamente osservato, è più esteso nella lingua inglese che nella francese. Il manor degl’Inglesi equivale a signoria, il francese manoir non è che una abitazione.
- ↑ Ne’ primi libri della Storia de’ cavalieri di Malta, composta dall’abate di Vertot, i nostri leggitori potranno trovare una descrizione luminosa, e talvolta adulatrice, dell’Ordine dei Templarj, sintanto che rimasero a difendere la Palestina. I successivi libri trattano della lor migrazione alle isole di Rodi e di Malta.