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dell'impero romano cap. lviii 351

Al primo suono, al primo scricchiolar dell’acciaro, venne salutato fra acclamazioni di divozione e di gioia. Toltala quindi dal luogo ov’era stata nascosta, la Santa Lancia venne avvolta in un velo di seta ricamato, ed esposta alla venerazione de’ Crociati. Da quel momento le angosce loro in grida di giubilo e di entusiasmo si convertirono, e il rinato entusiasmo restituì alle scoraggiate truppe l’antico valore. Qualunque sia stata la parte che a tale avvenimento ebbero i Capi, e che che si pensassero della cosa, certamente un sì felice cambiamento, per tutte le vie suggerite dalla disciplina e dalla Religione, protessero. Rimandati vennero ai loro alloggiamenti i soldati, raccomandatosi ai medesimi di affortificare il corpo e l’anima per essere in tutto apparecchiati al prossimo combattimento; consumassero senza tema le ultime vettovaglie e i foraggi, aspettando allo schiarire del nuovo giorno il segnale della vittoria. Ricorrendo alla domane la festa de’ SS. Pietro e Paolo, le porte di Antiochia si apersero, ed una processione di preti e monaci uscì cantando il salmo di guerra.

La battaglia fu ordinata in dodici corpi ad onore de’ dodici Appostoli; il cappellano di Raimondo ebbe, a nome e vece del suo Signore, l’incarico di portare la Santa Lancia. La possa di questa reliquia, o trofeo, si fece sentir fortemente non solo ai servi di Cristo, ma forse anche a quelli che nemici ne erano1. E ad invi-

  1. Nel raccontare le cose che alla Santa Lancia si riferiscono, il maomettano Abulmahasen (V. de Guignes, t. II, parte 2, p. 95) è più esatto de’ due storici Cristiani, Anna