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dell'impero romano cap. lviii | 339 |
Dopo avere attraversate rapidamente le montagne e le coste marittime della Cilicia, da Cogni sino alle frontiere della Sorìa, il Normanno piantò per il primo i suoi stendardi sopra le mura di Tarso e di Malmistra; ma l’orgoglio ingiusto di Baldovino stancata avendo la pazienza del generoso Italiano, in singolare certame la lor disputa definirono. Solo motivo delle azioni di Tancredi era l’onore, nè ad altra ricompensa fuorchè alla gloria aspirava; ma le imprese men generose del suo rivale la fortuna favoreggiò. Un tiranno greco od armeno, al quale i Turchi permetteano dominare sopra i Cristiani di Edessa1, chiamò Baldovino in soccorso, dandogli il titolo di suo figlio e campione, che l’altro non ricusò: ma appena introdotto nella città, eccitò il popolo a trucidar questo padre, s’impadronì dei tesori e del trono, ed estendendo le sue conquiste nelle montagne dell’Armenia, e nelle pianure della Mesopotamia, fondò al di là dell’Eufrate la prima sovranità de’ Franchi, o Latini, sovranità che cinquantaquattro anni durò2.
[A. D. 1097-1098] Trascorsero affatto la state e l’autunno, prima che i Franchi penetrassero nella Sorìa. Se dovesse im-
- ↑ Quanto avvi di meglio intorno a questa particolare conquista di Edessa, è il racconto fattone da Foulcher di Chartres, il valoroso Cappellano del Conte Baldovino, racconto che trovasi nelle compilazioni di Bongars, Duchesne e Martenne (Esprit des Croisades, t. I, p. 13, 14). E in ciò che spetta alle risse accadute fra questo Principe e Tancredi, la parzialità del ridetto Foulcher può contrapporsi a quella dimostrata da Randolfo Cadomense, soldato e storico del prode Marchese di Puglia.
- ↑ V. de Guignes, Hist. des Huns, t. I, p. 456.