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dell'impero romano cap. lviii | 295 |
benefizj della Palestina con questa frode si procacciò1.
[A. D. 1096] Il Concilio di Clermont, come dicemmo, avea posto pel giorno della partenza de’ Crociati il 15 di Agosto; ma costrinse ad anticiparla il numero e la straordinaria impazienza di pezzenti plebei a questa spedizione raccoltisi. Racconterò brevemente e quanto costoro soffersero, e quanto di malvagio operarono, prima d’incominciare il racconto dell’impresa più rilevante e più felice de’ lor condottieri. Al comparire di primavera, oltre sessantamila persone di entrambi i sessi e della feccia del popolo, dai confini della Francia e della Lorena sen vennero, tutti accerchiando il primo missionario della Crociata, e sollecitandolo con grida, e con ogni modo di importunità, perchè presto al Santo Sepolcro li conducesse. Piero, trovatosi Generale, senza averne o il sapere, o l’autorità, guidò, o piuttosto seguì i suoi ardenti proseliti lungo le rive del Reno e del Danubio. Il numero e il bisogno li costrinsero ben tosto a sbandarsi. Gualtieri Senza Sostanze, luogotenente dell’Eremita, e soldato coraggioso, comunque oppresso dall’indigenza, comandava l’antiguardo de’ Crociati. Ci formeremo facilmente un’idea di questo esercito di ciurmaglia osservando che per ogni quindicimila pedoni vi si contavano appena otto uomini a cavallo. Godescallo, altro frate fanatico, le cui prediche aveano arrolati quindici o ventimila contadini de’ villaggi dell’Alemagna, l’esempio e le traccie di Piero eremita d’appresso seguì; e a tutti costoro ancora si
- ↑ Trovansi nell’opera (Esprit des Croisades, t. III, p. 169, ec.) intorno a questi stigmi alcune particolarità tolte da autori ch’io non ho confrontati.