Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
282 | storia della decadenza |
pericolo, più o meno incalzante a proporzione dell’odio e del poter de’ nemici. È stata imputata a dogma maomettano una massima perniciosa, il dovere cioè di estirpare tutte le altre religioni coll’armi: accusa portata contro essa dall’odio, o dalla ignoranza, e confutata abbondantemente dal Corano, dalla storia de’ conquistatori Musulmani, dalla tolleranza pubblica e legale al culto de’ Cristiani conceduta dall’Islamismo. Non può per altro negarsi che i Musulmani, sotto un ferreo giogo, assoggettano le chiese dell’Oriente; che così in pace come in guerra si attribuiscono, come per diritto divino e incontestabile, l’Impero dell’Universo: che le conseguenze necessarie della loro condotta minacciano ad ogni istante le nazioni, da essi nomate infedeli, di perdere la loro religione, o la loro libertà, doppia perdita, che appunto nell’undicesimo secolo, le vittorie de’ Turchi faceano a ragione temere. Essi aveano sottomessi in men di trent’anni tutti i reami dell’Asia fino a Gerusalemme e all’Ellesponto, e l’Impero greco già inclinar sembrava alla sua totale rovina. Oltre ad un sentimento naturale d’affetto pe’ loro fratelli, i Latini avevano un interesse proprio nel difendere Costantinopoli, il baluardo il più saldo dell’Occidente; nè può contrastarsi che il privilegio della difesa, tanto al prevenire quanto al respingere una invasione, legittimamente si estende. Però al buon successo di tale impresa così numerosi soccorsi non si voleano, nè la ragione umana potrà approvare giammai le spaventose migrazioni che, spopolando l’Europa, apersero inutilmente alle genti migrate una tomba nell’Asia.
II. L’acquisto della Palestina non avrebbe, in verun caso, contribuito alla possanza, o alla maggior sicu-