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storia della decadenza |
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dell’undicesimo secolo1. Filippo I, pronipote di Ugo Capeto, e fondatore della famiglia regnante, che in mezzo allo scadimento della posterità di Carlomagno, avea instituiti in reame i suoi dominj ereditarj di Parigi e di Orleans, ben possedea in proprietà la giurisdizione e la rendita di questo picciolo Stato; ma quanto al rimanente della Francia, nè Ugo, nè i primi suoi discendenti, altra cosa erano che gli alti feudatarj di circa sessanta Ducati, o contee ereditarie o independenti2, i Capi de’ quali paesi, sdegnando le legali assemblee, poco obbedivano, così alle leggi come al Monarca; e il sol modo che questi avesse tal volta per vendicarsi della loro tracotanza, nella indocilità de’ Nobili di minor conto era posta. A Clermont dunque, e in tutta la signoria del conte di Alvernia3, il Papa potea disfidare impunemente la collera di Filippo, onde il Concilio adunatovi da Urbano, nè in numero, nè in ragguardevolezza, a quello di Piacenza cedè4. Oltre alla sua Corte, e al collegio
- ↑ V. Etat de la France, del Conte di Boulainvilliers, t. I, p. 180, 182, e il secondo volume delle Observations sur l’Histoire de France dell’abate Mably.
- ↑ Nelle province australi della Loira, i primi Capeti godeano appena della supremazia feudale; d’ogni lato la Normandia, la Brettagna, l’Aquitania, la Borgogna, la Lorena e la Fiandra, restrigneano i limiti della Francia, così propriamente detta. V. Adr. Valois, Notitia Galliarum.
- ↑ Questi Conti, usciti d’un ramo secondogenito de’ duchi di Aquitania, vennero finalmente da Filippo Augusto spogliati della massima parte de’ loro dominj; e i vescovi di Clermont insensibilmente diventarono i sovrani della città (Mélanges tirés d’une grande Biblioth., t. XXXVI, p. 288 ec.).
- ↑ V. gli Atti del Concilio di Clermont (Concil., t. XII, p. 829, ec.).