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dell'impero romano cap. lvii | 255 |
rono ad Antiochia il tempo di deliberare; e l’esempio della Metropoli seguirono le città che ne dependeano sino a Laodicea e ai confini di Aleppo1. Da Laodicea al Bosforo di Tracia, o braccio di S. Giorgio, le conquiste dell’Impero di Solimano occupavano uno spazio di trenta giornate di cammino in lunghezza, e di dieci, o quindici in larghezza fra le rupi della Licia e il mar Nero2. L’imperizia de’ Turchi nella navigazione concedè per qualche tempo all’Imperatore greco una sicurezza priva di gloria; ma, poichè i prigionieri greci ebbero fabbricata ai loro padroni una flotta di dugento navi, entro le mura della sua capitale Alessio tremò. Ad eccitare la compassione dei Latini, ei mandò per tutta Europa lettere di lamentazione ove il pericolo, la debolezza, i tesori della città di Costantino si dipingeano3.
La più importante fra le conquiste de’ Turchi Selgiucidi, fu la presa di Gerusalemme4, la qual cit-
- ↑ V. diverse particolarità intorno Antiochia e la morte di Solimano in Anna Comnena (Alexias, l. VI, p. 168, 169), colle note del Ducange.
- ↑ Guglielmo di Tiro (l. I, c. 9, 10, p. 635) offre descrizioni le più autentiche e le più deplorabili sulle conquiste de’ Turchi.
- ↑ Nella sua lettera al conte di Fiandra, sembra che Alessio avvilisca il suo carattere e il decoro imperiale; pure il Ducange la ravvisa per autentica (Not. ad Alexiad., p. 335, ec.), benchè sia piuttosto una parafrasi dell’Abate Giberto storico che vivea ai giorni di Alessio. Il testo greco è perduto e tutti i traduttori e copisti hanno potuto dire col citato Giberto (p. 475) verbis vestita meis, privilegio d’una indefinita estensione.
- ↑ Due passi estesissimi ed originali di Guglielmo, arcive-