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dell'impero romano cap. lvii 253

per mezzo a rovine, di cui schifi erano parimente gli Sciti che il paese occupavano. Ciò nullameno la Natolia offre ancora ai dì nostri alcune opulenti e popolose città, delle quali sotto l’Impero di Bisanzo erano maggiori il numero, l’importanza e le ricchezze. Dopo avere affortificata Nicea, capitale della Bitinia, il Sultano vi pose dimora; onde la residenza del governo de’ Selgiucidi di Rum non trovavasi più di cento miglia distante da Costantinopoli, e la Divinità di Gesù Cristo vedeasi rinnegata e insultata in quel medesimo tempio, ove il primo Concilio generale de’ Cattolici articolo di fede avevala promulgata1: l’unità di Dio e la Missione di Maometto in tutte le Moschee venivano predicate; le scuole insegnavano le scienze arabe; colle leggi del Corano i Cadì giudicavano: così l’idioma come le costumanze de’ Turchi prevaleano nelle città; di campi di Turcomanni abbondavano le pianure e i gioghi della Natolia. Se i Greci ottennero la libertà del loro culto, tal concedimento dovettero al duro patto di pagare un tributo, e di vivere sotto il giogo dei Turchi: ma profanati furono que’ loro templi che in maggior venerazione teneano, nè insulti ai Sacerdoti e Vescovi cristiani si risparmiarono2; e al

  1. Abbiamo già mostrato in una Nota al vol. IX che la Divinità di Gesù Cristo era già stata creduta anche prima del Concilio generale di Nicea, adunato nell’anno 325, dove poi fu scritto il Credo ec. coll’espressione Consustantialem, che spiega, e stabilisce appunto la Divinità di Gesù Cristo (Nota di N. N.).
  2. Dicit eos quemdam abusione sodomitica intervenisse episcopum (Guibert. Abbat., Hist. Hierosol., l. I, p. 468). Ella è cosa singolare che il medesimo popolo ne abbia offer-