Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano XI.djvu/250

244 storia della decadenza

regno Antiochia e l’Osso obbedivano ad un sovrano medesimo„. Pur questa distribuzione de’ confini dell’impero di Malek, troppo limitata ancor risultò. Ei sottomise al di là dell’Osso le città di Bocara, di Carizma, di Samarcanda, e sconfisse tutti i ribelli, o Selvaggi independenti che all’armi di lui osaron resistere. Varcò il Sihon, o Jaxarte, ultima frontiera della parte di Persia venuta a civiltà: le bande del Turkestan l’impero di Malek riconobbero; e il nome di lui scolpito sulle monete, venne ripetuto persino nelle pubbliche preci del Casgar, Regno tartaro situato ai confini della Cina; e da questa frontiera egli estendea, a ponente e ad ostro, la sua giurisdizione immediata, ossia il potere di primario Capo della sovranità, fino ai monti della Georgia, ai dintorni di Costantinopoli, alla città santa di Gerusalemme, e agli odorati boschi dell’Arabia Felice. Schifo d’abbandonarsi alla mollezza del suo serraglio, il Re pastore non cessò, nè durante la pace, nè durante la guerra, di tenersi operoso, e di condur sempre la vita nel campo, ch’egli trasportava continuamente da un paese all’altro per fare a mano a mano liete di sua presenza tutte le soggette province; onde narrasi avere egli per dodici volte trascorsa l’estensione de’ suoi dominj, che in vastità oltrepassavano quelli posseduti da Ciro e dagli antichi Califfi. Di tutte le peregrinazioni di questo Sovrano, la più religiosa e la più rinomata ad un tempo, fu la visitazione da esso fatta alla Mecca. In tale circostanza, l’armi di lui la libertà e la sicurezza delle carovane protessero; mentre la generosità de’ soccorsi da esso forniti e cittadini, e viandanti arricchirono; e con provvidi asili che freschezza e ristoro offerivano ai pellegrini, la trista