Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
214 | storia della decadenza |
Gaznevida, vien tuttavia profferito con rispetto nell’Oriente; perchè, avendo egli in appresso fatto godere giorni di prosperità e di pace a’ suoi sudditi, quanto era di difettoso in lui il velo della religione coperse. Due esempli daranno a divedere la giustizia e la magnanimità di un tal principe.
I. Un giorno ch’ei presedeva al Divano, venne un infelice a’ piedi del trono lamentando la violenta audacia di un turco guerriero, che violato avea e il talamo, e la casa del supplicante cacciandonel fuori. „Sospendete le vostre querele, a questo disse Mamud; e unicamente avvisatemi la prima volta che il colpevole ritorna in casa vostra, ond’io possa trasferirmi in persona a giudicarlo, e punirlo„. Così avendo eseguito poco dopo l’offeso, il Sultano lo prese a sua guida, e fatte schierare intorno alla casa di lui le sue guardie, e ordinato che si spegnessero tutti i lumi, pronunziò decreto di morte contra colui che in atto di commettere violenza e adulterio era stato sorpreso. Compiuta la sentenza, vennero riaccese le fiaccole, e Mamud postosi in ginocchione si diede ad orare; poi terminata la preghiera chiese in fretta qualche alimento che, comunque grossolano, ei mangiò colla voracità d’un affamato. In mezzo ai sensi della gratitudine quel meschino, al quale era stata fatta giustizia, non potè celar quelli della sorpresa e della curiosità sopra una tanto singolare condotta. L’affabile Sultano non tardò molto a dargli spiegazione di tutto: „Io avea pur troppo ragione di credere che, ne’ miei Stati, nessun altro fuor d’un mio figlio fosse capace di tale delitto. Ho fatto spegnere i lumi, affinchè la mia giustizia fosse inflessibile e cieca. Indi ho ringraziato il cielo, dopo avere scoperto chi