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200 | storia della decadenza |
la ribellione e il gastigo de’ suoi assassini, la prigionia e la liberazione del medesimo Re, le guerre particolari che partorirono i disordinamenti dello Stato, e le scene di calamità e di discordie che afflissero la Capitale, sotto il regno di Guglielmo I e la minorità di suo figlio. [A. D. 1166-1189] La giovinezza, l’innocenza e la beltà di Guglielmo II1 amar lo fecero dalla nazione; le fazioni si riconciliarono, ripresero vigore le leggi, e dal punto in cui questo soave principe pervenne a virile età sino a quello della immatura sua morte, la Sicilia godè un breve intervallo di pace, di giustizia e di felicità, cose che ella apprezzò tanto più per la ricordanza delle passate calamità, e per tema delle future. Colla morte di Guglielmo II, si spense la posterità maschile legittima di Tancredi di Altavilla; ma la zia di Guglielmo, figlia di Ruggero, avea sposato il più possente principe del suo secolo; onde Enrico VI, figlio di Federico Barbarossa, scese le Alpi, pretendendo la Corona imperiale e il retaggio della moglie sua. Respinto dal voto u-
- ↑ (Falcando p. 303). Riccardo di S. Germano incomincia la sua Storia dal narrare la morte, e dal far gli encomj di Guglielmo II. Dopo alcuni epiteti che non significano nulla, aggiunge: Legis et justitiae cultus tempore suo vigebat in regno: sua erat quilibet sorte contentus (erano questi uomini?), ubique pax, ubique securitas, nec latronum metuebat viator insidias, nec maris nauta offendicula piratarum (Script. rer. ital. t. VII, p. 969).
Sicilia il suo protettore, Stefano De La Perche, zio della madre di Guglielmo II, arcivescovo di Palermo, e Gran Cancelliere del regno. Ciò nullameno il Falcando ha tutti i sentimenti di un Siciliano, e il titolo di Alumnus che egli si attribuisce da sè medesimo, sembra indicare che egli sia nato, o almeno allevato nell’Isola.