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dell'impero romano cap. lvi |
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all’altro de’ due principi convenevolmente si adattano. Allorchè il pericolo e la vergogna costrinsero il primo a ricorrere all’armi, non tralignò dal valore de’ suoi maggiori: ma debole ne era l’indole, dissoluti i costumi, ostinate e funeste le passioni, ed ha avuto taccia presso la posterità, non solamente delle colpe sue personali, ma di quelle di Maio, suo Grande Ammiraglio, che abusò, prima della confidenza del suo benefattore, poi contra i giorni del medesimo cospirò. La Sicilia, dopo la conquista degli Arabi, molte tracce delle costumanze orientali offeriva; vi si trovava il dispotismo, la pompa e fino gli harem convenienti ad un Sultano; onde una nazion di Cristiani vedeasi oppressa e oltraggiata da eunuchi, che apertamente, o in segreto, professavano la religione di Maometto. Un eloquente storico di Sicilia1 ha dipinti i costumi del suo paese2, la caduta dell’ingrato Maio,
- ↑ La Historia Sicula di Ugone Falcando che, per parlare aggiustatamente procede dall’anno 1154 all’anno 1169, trovasi nel settimo volume della Raccolta del Muratori (p. 259-344), ed è preceduta (p. 251-258) da una Prefazione, o eloquente lettera de calamilatibus Siciliae. Il Falcando è stato soprannomato il Tacito della Sicilia, e, salva l’immensa differenza che passa fra il primo secolo, e il dodicesimo, tra un senatore ed un frate, non disputerò al Falcando un simile onore. Rapida e chiara ne è la narrazione, coraggioso ed elegante lo stile, sensatissime le osservazioni: conoscea gli uomini, e cuore d’uomo egli avea. Spiacemi soltanto che abbia spese le sue fatiche sopra un terreno tanto sterile, ed esteso sì poco.
- ↑ I laboriosi Benedettini pensano (Art de vérifier les Dates, p. 896) che il vero nome di Falcando sia Fulcandus, o Foucault. A loro avviso, Ugo Foucault, francese d’origine, che divenne in appresso Abate di S. Dionigi, avea seguìto in