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182 | storia della decadenza |
avea soli quattro anni, allor quando succedè al padre nella sovranità di questa contrada, retaggio che la ragione potrebbe invidiargli, se le fosse permesso un istante il desiderare i fastosi, e spesso chimerici diletti, che dal potere derivano. Se Ruggero si fosse contentato del fertile suo patrimonio, la gratitudine dei popoli avrebbe in lui ravvisato un benefattore, e mercè una saggia amministrazione, riconducendo i bei giorni delle Colonie greche1, potea la Sicilia venire in tanta ricchezza e possanza, quanta è lecito aspettarne dalle più vaste conquiste; ma l’ambizione del Gran Conte così nobili disegni non conoscea, e colle volgari vie della violenza e dell’artifizio pensò a disbramarla. Ansioso di regnar solo in Palermo, di cui la metà al ramo primogenito di sua famiglia aspettavasi, si sforzò di dilatare lo Stato della Calabria oltre i confini stipulati co’ primi patti, e spiò con impazienza l’istante che declinasse la salute già debole del suo cugino Guglielmo della Puglia, pronipote di Roberto. Alla prima notizia della morte di
- ↑ Giusta le testimonianze di Filisto e di Diodoro, Dionigi tiranno di Siracusa manteneva un esercito di diecimila uomini a cavallo, di centomila fantaccini e di quattrocento galee. Si confrontino l’Hume (Saggi, v. I, p. 268-435) e il Wallace, avversario di questo istorico, (Numbers of Mankind, p. 306-307). Tutti i viaggiatori, D’Orville, Reidesel, Swinburne, ec. parlano delle rovine d’Agrigento.
no e decimo volume degli Annali del Muratori. La Biblioteca Italica (t. I, pag. 175-222) contiene un compendio molto utile delle opere del Capecelatro, moderno Napoletano, che ha pubblicati due volumi sulla storia del suo paese, incominciando da Ruggero I e venendo inclusivamente a Federico II.