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dell'impero romano cap. lvi | 113 |
mi dovete somministrare; rispettate i vostri confederati, e degli adulatori fidatevi meno1„.
[A. D. 890] Ma la morte di Luigi, e la debolezza della dinastia de’ Carlovingi, le sublimi speranze de’ Franchi mandarono a vuoto; e qual che si fosse quella delle due nazioni, cui l’onore di avere soggiogata Bari si appartenea, certamente gl’imperatori greci, Basilio, e Leone figlio di lui, tutto il frutto ne colsero. O per amore o per forza, la Puglia e la Calabria li riconobbero per sovrani; una linea ideale condottasi dal monte Gargano alla baia di Salerno, dà a divedere, come la maggior parte del regno di Napoli fosse all’Impero d’Oriente soggetta. Oltre questa linea stavano i duchi, o le repubbliche di Amalfi2 e di Napoli, le quali non avendo mai trasgrediti i doveri del vassallaggio, godeano i felici effetti di aver vicino il lor Sovrano legittimo; e soprattutto Amalfi arricchivasi pel commercio che delle produzioni e de’ lavori dell’Asia, aperto avea colla Europa; ma i principi lombardi di Benevento, di Salerno e di Capua3, fecero spesse volte a lor malgrado
- ↑ La lettera originale dell’imperatore Luigi II all’imperatore Basilio, curioso monumento del nono secolo, è stata per la prima volta pubblicata dal Baronio (Annal. eccles., A. D. 871 n. 51-71), che ha seguìto un manoscritto dell’Erenperto, o piuttosto dello Storico Anonimo di Salerno, tratto dalla Biblioteca del Vaticano.
- ↑ V. l’eccellente dissertazione De republica Amalphitana, nella Appendix (p. 1-42) della Historia Pandectarum (Trajecti ad Rhenum, 1722 in 4) di Enrico Brencmann.
- ↑ Il vostro signore, dicea Niceforo, ha dato soccorso e protezione, principibus capuano et beneventano, servis meis, quos oppugnare dispono .... Nova (piuttosto Nota) res est