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106 storia della decadenza

dell’Alemagna e della Grecia per mezzo alle tende e alle capanne naci dei Barbari. La povertà, la fatica, i pericoli furono il retaggio di questi primi missionarj della Fede: armati di operoso e paziente coraggio, le loro intenzioni erano pure, e degne di stima: nè miglior ricompensa poteano aspettarsi fuor della testimonianza della loro coscienza e della venerazione di un grato popolo. Ma gli orgogliosi e ricchi prelati de’ tempi posteriori, il frutto di queste missioni raccolsero. Volontarie furono le prime conversioni, nè i missionarj aveano altr’armi, che la santità de’ costumi, e l’eloquenza de’ loro discorsi: per via di miracoli e di visioni combatteano le favole domestiche dei Pagani: e a meglio sedurre i governanti ne lusingavano la vanità, e agli interessi dei medesimi davano opera. I Capi delle nazioni, ai quali i titoli di re e di santi largivansi1, credevano opera legittima e pia il sottomettere alla Fede cattolica i loro sudditi e i lor vicini. La costa del Baltico, dall’Holstein sino al golfo di Finlandia, a nome e sotto la bandiera della Croce fu invasa: la conversione della Lituania operata nel secolo decimoquarto al regno

    cristiano non hanno sacerdoti proprj: quanto poi a questi oggetti, cioè alla teoria del culto delle imagini, ripetiamo ciò che ne abbiamo detto in una nota al vol. IX. (Nota di N. N.).

  1. Nel 1000, gli ambasciadori di S. Stefano ricevettero da Papa Silvestro il titolo di Re d’Ungheria, e il donativo d’un diadema che era lavoro di artisti greci. Doveva esserne presentato il Duca di Polonia, ma i Polacchi, per lor confessione medesima, erano troppo barbari, e immeritevoli quindi di una corona angelica ed appostolica. (Katona, Hist. crit. regum stirpis Arpadianae, t. I, p. 1-20).