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dell'impero romano cap. lv 103

tesimale ella assunse il nome venerato fra i Greci dell’imperatrice Elena: e a quanto apparisce la conversione di lei fu preceduta da quella di suo zio, di due interpreti, di sedici matrone, di diciotto donne di minor conto, di ventidue servi o ministri, e di quarantadue mercatanti, in che stavasi il suo corteggio. Di ritorno a Kiovia e a Novogorod, rimase ferma nella nuova sua religione; ma infruttuosi furono gli sforzi della medesima per propagare l’Evangelo, e fosse ostinatezza, o indifferenza, la sua famiglia e il suo popolo si mantennero fedeli alle divinità de’ loro antenati. Swatoslao, figlio di Olga, temè il disprezzo e la derisione de’ suoi coetanei, e Valadimiro pronipote della ridetta regina, diedesi con tutto l’ardore proprio della giovinezza alla cura di moltiplicare e illustrare i monumenti dell’antica religione de’ Russi. Con umani sagrifizj continuavano tuttavia i popoli del Nort a voler placare le feroci loro divinità, e nella scelta della vittima, il cittadino preferivasi allo straniero, il cristiano all’idolatra; un padre che avesse voluto ritogliere il proprio figlio al coltello de’ Sacerdoti, periva insieme con esso, vittima del furore di quella fanatica moltitudine. Ciò nullameno le lezioni e l’esempio della pietosa Olga, aveano fatta impressione segreta, ma profonda sugli animi del giovine principe, e d’una parte di popolo; i missionarj greci continuavano a predicare, a disputare fra loro, e a battezzar convertiti, intanto che gli ambasciatori e i negozianti russi che dimoravano a Costantinopoli, raffrontavano la truce loro idolatria col più allettevole culto dei Greci. Ammirata aveano la chiesa di S. Sofia, le animate tele, ove effigiate vedeansi le vite de’ Santi