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dell'impero romano cap. l | 79 |
d’ogn’altro potevano dubitare se fosse o no soggetto alle infermità della natura. Nonostante, credette Cadijah alle parole del marito, e fu a parte della sua gloria: Zeid, docile ed affezionato, si lasciò sedurre dalla speranza della libertà; l’illustre Alì, figlio di Abu-Taleb, abbracciò le opinioni di suo cugino coll’energia d’un giovane eroe; e la fortuna, la moderazione e la veracità di Abubeker francheggiarono la religione del Profeta cui succeder doveva. Persuasi da lui, dieci de’ più ragguardevoli cittadini della Mecca assentirono d’essere privatamente ammaestrati nella dottrina dell’Islamismo: cedendo al grido della ragione e dell’entusiasmo, divennero l’eco del domma fondamentale: „Non vi ha che un Dio, e Maometto è l’appostolo di Dio„; e per guiderdone della lor fede ottennero ancor viventi e ricchezze ed onori, e il comando degli eserciti e l’amministrazione de’ regni. Tre anni furono impiegati in silenzio alla conversione di quattordici proseliti: furono quelli i primi frutti di sua missione; ma sin dal quarto anno prese il carattere d’un Profeta, e volendo comunicare alla sua famiglia la luce delle divine verità, fece imbandire un banchetto composto, è fama, d’un agnello e d’un vaso pieno di latte, e convitò quaranta persone della razza degli Hashemiti. „Cari amici ed alleati, disse loro, vi offro, e sono io il solo che offerir vi possa i più preziosi donativi, i tesori di questo Mondo e dell’altra vita. Iddio mi ha comandato di chiamarvi al suo servizio. Chi è tra voi che voglia
mire sublimi e patriottiche di Cadijah, e dei primi discepoli del Profeta, quasi fosse stato il consigliere privato di Maometto.