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dell'impero romano cap. l 75

pena loro. Le dimore eterne de’ Cristiani, degli Ebrei, de’ Sabei, de’ Magi, degl’idolatri, stanno nell’abisso le une sotto l’altre, e l’ultimo inferno è per li miscredenti ipocriti che si copersero colla maschera di religione. Quando la maggior parte degli uomini sarà stata riprovata per le loro opinioni, i soli veri credenti saranno secondo le lor opere giudicati. Una bilancia vera, o allegorica, peserà esattamente il bene e il male della vita d’ogni Musulmano, e allora vi sarà un singolare compenso per la satisfazione delle ingiurie: una parte delle azioni buone dell’offensore sarà computata a vantaggio dell’offeso in proporzione del torto che gli fu fatto, e se l’offensore è spoglio di questa spezie di proprietà morale, una parte proporzionale de’ demeriti dell’offeso verrà ad accrescere la massa de’ suoi peccati. Sarà pronunciata la sentenza secondo che il peso de’ delitti o quello delle virtù tracollerà nella bilancia, e tutti allora senza distinzione passeranno il ponte acuto e pericoloso pendente sopra l’abisso; ma i buoni, camminando su le pedate di Maometto, faranno il loro ingresso glorioso in Paradiso, nel mentre che i peccatori saranno precipitati nel primo e nel meno orribile de’ sette inferni. Varierà la durata dell’espiazione da nove secoli a settemila anni; ma fu abbastanza scaltrito il Profeta per promettere che tutti i suoi discepoli (qualunque si fossero i loro peccati) sarebbero salvati per la lor fede, e per sua intercessione, dall’eterna condanna. Non faccia maraviglia che per mezzo della tema operi la superstizione più fortemente sullo spirito umano, poichè con più energia dall’immaginazione si dipinge la miseria di quel che la felicità della vita futura. Senz’altro sussidio