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storia della decadenza |
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caminosa eresia, dicendo che ogn’uomo che crede in Dio e fa buone opere può aspettarsi nell’ultimo giorno una sentenza favorevole. Poco si confaceva all’indole d’un fanatico sì ragionevole indifferenza, nè v’ha ragion di pensare che un inviato del cielo abbia scemato il pregio e la necessità delle proprie rivelazioni. Stando al Corano1 la fede in Dio è inseparabile dalla fede in Maometto; le buone opere son quelle da lui prescritte, e da queste due condizioni procede la necessità dell’Islamismo, al quale sono invitate tutte le nazioni come tutte le Sette. Per iscusare la lor cecità spirituale, indarno allegheranno ignoranza, o porranno in mezzo le lor virtù; punite saranno con eterni tormenti: le lagrime poi che versò Maometto sul sepolcro della madre, per la quale gli era vietato il pregare, sono una manifesta contraddizione di fanatismo e d’umanità2. Il decreto è per tutti gl’infedeli; quel grado d’evidenza che avranno rigettato, e la gravità degli errori commessi, determineranno il grado del peccato e della
- ↑ Reland, guidato sempre da lealtà, dimostra che Maometto ha riprovato tutti gl’increduli (De religione Mohammed, p. 128-142), che per li diavoli mai non vi sarà salute (pag. 196-199), che non sarà limitato il paradiso a’ piaceri sensuali (p. 199-205) e che l’anima delle donne è immortale (p. 205-209).
- ↑ Al-Beidawi, apud Sale, Coran, c. 9, p. 164. Il non pregare per un parente incredulo è giustificato, secondo Maometto, da’ doveri di un Profeta e dall’esempio d’Abramo, il quale riprovò il proprio padre come nemico di Dio. E pure Abramo (soggiugne egli, c. 9, v. 116, Maracci, t. II, p. 317) fuit sane pius, mitis.