Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano X.djvu/79


dell'impero romano cap. l 73

ba si vedranno dal nulla emergere nuovi Mondi; gli angeli, i genii, gli uomini s’alzeranno fuori dalle tombe, e l’anime umane saranno ricongiunte a’ lor corpi. Pare che sieno stati i primi gli Egiziani ad ammettere la dottrina della risurrezione1; imbalsamarono le mumie, alzarono piramidi per conservare l’antica dimora dell’anima durante un periodo di tremila anni, parziale tentativo ed inutile: con mire più filosofiche si fonda Maometto su l’onnipotenza del Creatore, che con una parola può ravvivare l’argilla priva di vita, e raunare atomi innumerevoli che più non conservino la lor forma o sostanza2. Non è facile a dirsi ciò che sia dell’anima in quell’intervallo, e coloro che sono i più convinti della sua spiritualità sentono troppo l’imbarazzo di spiegare come possa poi pensare e operare senza l’intervento degli organi de’ nostri sensi.

Il Giudizio finale succederà alla riunione del corpo e dell’anima; e Maometto nel farne la dipintura su le tracce de’ Magi, ha soverchiamente seguìto le forme, ed anche le operazioni lente e successive d’un tribunale umano. Lo incolpano i suoi intolleranti avversari d’avere prodigalizzata sino ad essi stessi la speranza della salute, d’aver propugnata la più pec-

  1. V. Erodoto (l. II. c. 123) e il nostro dotto concittadino Sir John Marsham (Canon. chron., p. 46). L’ Αδης di quello scrittore (p. 254-274) è uno schizzo elaborato delle regioni infernali quali erano immaginate e descritte dagli Egizii e da’ Greci, da’ poeti e da filosofi dell’antichità.
  2. Il Coran (c. 2, p. 259; etc.) del Sale (p. 32) e del Maracci (p. 97) riferiscono un miracolo ingegnoso che satisfece alla curiosità d’Abramo, e ne rassodò la credenza.