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dell'impero romano cap. l |
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legge nel cuore dell’uomo; i profeti di tutti i tempi hanno avuto la vera o apparente mira di dare a conoscere agli uomini l’Ente supremo, e di rinvigorire la pratica della morale. Maometto non negava a’ suoi predecessori quel credito che pretendeva per sè, e riconosceva una serie d’uomini ispirati dalla caduta del nostro primo padre sino alla promulgazione del Corano1. Durante quell’epoca, egli diceva, centoventiquattromila eletti, singolari per favori ricevuti e per virtù, hanno ottenuto qualche raggio della luce profetica; trecento tredici appostoli sono stati specialmente inviati a distogliere i loro concittadini dall’idolatria e dal vizio; lo Spirito Santo ha dettato cento quattro volumi; e sei legislatori d’una fama trascendente hanno annunciato al Mondo sei rivelazioni successive; per cui si variavano le cerimonie d’una religione immutabile. Adamo, Noè, Abramo, Mosè, Gesù Cristo e Maometto sono i sei legislatori gradatamente eminenti in modo, che ognun di loro è superiore a que’ che lo precedono. Egli metteva nel numero degl’Infedeli chi odiava o negava fede a qualcuno di questi Legislatori. Non sussistevano le scritture de’ Patriarchi se non se nelle copie apocrife de’ Greci e dei Sirii2: non s’era me-
- ↑ V.
Reland (De relig. Moham., l. I, p. 17-47). Sale Discours prélim., p. 73-86, Voyage de Chardin, t. IV, p. 28, 37, 39, 47), su questa aggiunta de’ Persiani, Alì è il vicario di Dio. Ma il numero preciso de’ profeti non è articolo di fede.
- ↑ V. intorno a’ libri apocrifi d’Adamo, il Fabricio, Codex pseudepigraphus. V. T., p. 27-29; intorno a que’ di Seth, p. 154-157; a que’ d’Enoch, p. 160-219; ma il libro d’Enoch è per alcuni rispetti consecrato dalla citazione che ne fa l’appostolo San Giuda. Sincello e Scaligero allegano in suo favore un lungo brano d’una leggenda.