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dell'impero romano cap. l 49

vergogna e da rimprovero; ma fra limiti angusti era imprigionato il suo spirito, e mancava di quegli specchi fedeli che riflettono su la mente nostra i pensamenti de’ saggi e degli eroi. Veramente il gran libro della Natura stava aperto davanti a’ suoi occhi; nondimeno debbonsi attribuire agli autori della sua vita le osservazioni politiche e filosofiche che ne’ suoi viaggi gli prestano1. Lo veggiamo, la mercè loro, fare confronti di tutte le nazioni e di tutte le reli-

    vere, non hanno adunque esaminato ciò ch’è scritto d’altra mano che la sua ne’ suras, o cap. del Corano 7, 29 e 96. Abulfeda (in vit., c. 7), Gagnier (Not. ad Abulfeda, p. 15), Pocock (Specimen, p. 151), Reland (De Religione Mohammed., p. 236) e Sale (Disc. prélim., p. 43) ammettono senza contrasto que’ testi e la tradizione della Sonna. Il Sig. White è presso che il solo che neghi l’ignoranza del profeta, per accusarne l’impostura. Ma le sue ragioni sono tutt’altro che soddisfacenti. Due viaggi non lunghi alle fiere di Siria non bastavano certamente ad acquistare cognizioni sì rare fra i cittadini della Mecca; nè mai alla sottoscrizione d’un trattato, che si fa con animo quieto, avrebbe Maometto lasciata cadere la maschera. Niuna conseguenza può dedursi da ciò che si narra della sua malattia e del suo delirio. Prima che s’avvisasse di spacciarsi profeta, avrebbe dovuto nella vita privata mostrar di sovente che sapeva leggere e scrivere; e i suoi primi proseliti, i membri della sua famiglia, sarebbero stati i più pronti a riconoscere ed accusare la sua scandalosa ipocrisia. (White, Sermons, p. 203, 204; Notes, p. 36-38.)

  1. Il conte di Boulainvilliers (Vie de Mahomet, p. 201-228) fa viaggiare Maometto come il Telemaco del Fénelon e il Ciro di Ramsay. La sua andata alla Corte di Persia è probabilmente una fola, nè posso capire io stesso donde venga quella esclamazione: „I Greci peraltro son uomini!„ Quasi tutti gli scrittori Arabi, Musulmani e Cristiani parlano dei due viaggi nella Siria (Gagnier, ad Abulfeda, p. 10.)