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440 | storia della decadenza |
Sebastocratore, III di Cesare, IV di Panhypersebasto, V di Protesebasto, ed erano emanazioni della sua maestà; ma come a queste dignità non s’accoppiava alcun officio, erano per sè inutili e aveano una autorità affatto precaria. Ma in tutte le monarchie, i ministri della Corte e dell’erario, dell’armata navale e dell’esercito sono partecipi dell’autorità reale e del governo. Solo i titoli son differenti; e nel volger dei secoli, i conti o i prefetti, il pretore e il questore discesero a poco a poco, mentre i loro inferiori salirono ai primi gradi dello Stato. I. Nella monarchia, che tutto riduce alla persona del principe, le cerimonie e le altre particolarità della Corte formano il dipartimento più rispettato. Il curopalata1, elevato a un ordine sì illustre sotto il regno di Giustiniano, fu soppiantato dal protovestiario, il quale da prima non aveva altra incombenza che quella della guardaroba; fu estesa la sua giurisdizione su tutti gli ufficiali che servivano alla pompa e al lusso del principe, e colla sua bacchetta d’argento presedeva alle udienze pubbliche e private. II. Giusta le disposizioni di Costantino, ai ricevitori delle rendite pubbliche si dava il nome di
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Par exstans curis, solo diademate dispar
Ordine pro rerum vocitatus Cura-Palati,dice l’Affricano Corippo (De laudibus Justini, l. I, 136); e nello stesso secolo (il sesto) Cassiodoro dice parlando di quell’uffiziale, „Virga aurea decoratus inter numerosa obsequia primus ante pedes regis incederet„ (Variar., VII, 5). In processo di tempo, cacciarono i Greci al quindicesimo grado questo grande ufficiale, e divenne quasi ignoto, ανεπιγνωστος, e non esercitava più alcun ufficio νυν δε ουδεμιαν (Codin, c. 5, p. 65).