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scannato un re prigioniero dal principe de’ Saraceni, che serviva sotto le insegne dell’imperator Giustiniano suo alleato1. Un padre che trascina un figlio appiè degli altari è il più sublime e il più grande sforzo del fanatismo. L’esempio dei santi e degli eroi ha santificato l’atto o l’intenzione di questo sagrificio. Lo stesso padre di Maometto fu così destinato a morte per un voto temerario, e si durò gran fatica a redimerlo con cento cammelli. In que’ giorni d’ignoranza, gli Arabi, al pari de’ Giudei e degli Egizi2, s’astenevano dalla carne di porco3, facevano

    Arabia, p. 9-29), ed Abulfeda (p. 57) fan menzione di Dumaetha, Daumat-al-Gendal; e le carte di d’Anville pongono questo luogo nel cuor del deserto, tra Chaibar e Tadmor.

  1. Procopio (De bell. pers., l. I, c. 28), Evagrio (l. VI, c. 21) e Pocock (Specimen, p. 72-86) attestano i sagrifici umani degli Arabi del sesto secolo. Il pericolo e la liberazione d’Abdalah son piuttosto una traduzione che un fatto (Gagnier, Vie da Mahomet, l. I, p. 82-84).
  2. Non può dirsi, che gli Ebrei s’astenessero dal mangiare le carni del porco per ignoranza, per sanità o per qualunque altro motivo; essi ciò facevano per comando di Dio, venuto loro per mezzo di Mosè, fondatore di lor religione; non bisogna unire insieme gli usi religiosi delle altre nazioni con quelli degli Ebrei; potevano essi essere i medesimi, anzi, parlando dell’astinenza dal mangiare il porco, lo erano; ma i motivi di cotale astinenza erano diversi; presso gli Ebrei, il solo motivo che Mosè ne addusse fu il commando assoluto di Dio. Lo stesso dicasi della circoncisione della quale viene l’Autore subito a parlare. (Nota di N. N.)
  3. Suillis carnibus abstinent, scrive Solino (Polyhist., c. 33), il quale copia da Plinio (l. VIII, c. 68); strana supposizione che i maiali non possano vivere nell’Arabia. Aveano gli Egizi un’avversione naturale e superstiziosa per que-