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428 | storia della decadenza |
queste opere dell’industria greca, ne fissa il prezzo secondo la quantità e la qualità della seta, la finezza del tessuto, la vaghezza de’ colori, il disegno dei ricami. Ordinariamente nel tessuto delle stoffe si impiegava uno, due o tre fili; ma se ne facevano di sei, che erano molto più forti e più cari. Fra i colori si vanta col trasporto d’un retore lo scarlatto fiammante, e il brillante più mite del color verde. Si ricamavano in oro e in seta; le righe o i circoli formavano gli ornamenti semplici; le più belle presentavano fiori esattamente imitati, e quelle che si facevano ad uso del palagio o degli altari, spesso risplendeano di pietre preziose, ed aveano figure contornate di file di perle orientali1. Sino al duodecimo secolo era la Grecia l’unico paese cristiano, il quale possedesse quell’insetto prezioso, a cui siam debitori della materia di quella elegante superfluità, ed abili operai nell’arte del fabbricarle. Ma gli Arabi erano stati destri a rubarne il segreto: i Califfi dell’oriente e dell’occidente avrebbero creduto avvilirsi recando da un paese infedele i mobili e le stoffe loro, e due città di Spagna, Almeria e Lisbona, divennero celebri
- ↑ Quanto scrive Ugo Falcando degli opificii di Palermo (Hist. sicula in Proem., in Muratori Scriptor rerum italic., t. V; p. 256), è tolto da quei della Grecia. Senza trascrivere le sue frasi declamatorie, che ho mitigate nel testo, osserverò che in quel passo, il Carisio, primo editore, ha ragionevolmente sostituita la parola exanthemata alla bizzarra di exarentasmata. Viveva Falcando verso l’anno 1190.
197, in Scriptor. post Theophanem) il quale impiega gran numero di parole tecniche o barbare. Barbare dic’egli, τη των πολλων αμαθια. καλον γαρ επι τουτοις κοινολεκτειν per l’imperizia di molti, essendo ben fatto famigliarizzarsi con esse. Il Ducange si studia di spiegarne alcune: ma gli mancava la scienza d’artefice.