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dell'impero romano cap. liii. 421

del Meandro. Le vaste province della Tracia, della Macedonia e della Grecia obbedivano al loro impero; ad essi appartenevano Cipro, Rodi, Creta, e cinquanta isole del mar Egeo, o del mar Santo1, e questi avanzi superavano ancora l’estensione del più gran regno d’Europa.

Poteano ancora gli imperatori andar con ragione superbi, poichè fra tutti i monarchi del cristianesimo, non v’era un solo che vantasse una sì gran capitale2, sì grossa rendita, e uno Stato sì florido e popoloso. Le città dell’occidente erano decadute coll’impero, e le rovine di Roma, le mura di melma, le case di legno, e l’angusto recinto di Parigi e di Londra non davano ai Latini veruna idea che potesse predisporli alla vista di Costantinopoli, al suo sito e alla sua vastità, alla magnificenza de’ suoi palagi, delle chiese, delle arti o del lusso de’ suoi innumerabili abitatori. Poteano i suoi tesori stimolare o al-

  1. Αγιος Πελαγος Santo Pelago, come lo chiamano i Greci moderni; i geografi e i marinai ne han fatto l’Arcipelago e le Arches (d’Anville Géograph. ancienne, t. I, p. 281: Analyse de la Carte de la Grèce, p. 60). La moltitudine dei monaci, e di quelli specialmente di S. Basilio, che abitavano tutte l’isole e il monte Athos, o monte santo, che sta nei contorni (Observations di Belon, fol. 32), potea giustificare l’epiteto di santo dato a questa parte del Mediterraneo. Αγιος con piccolo cangiamento divien la parola primitiva Αιγαιος Egeo, immaginato dai Doriesi, che nel lor dialetto diedero il nome figurato di αιγες, ossia capre, ai flutti saltellanti (Vossio, ap. Cellarius, Geogr. antiq., t. I, p. 829).
  2. Secondo il viaggiatore ebreo, che avea corsa l’Europa e l’Asia, non gareggiava in estensione con Costantinopoli, se non se Bagdad, la gran città degli Ismaeliti (Voyage di Beniamino di Tudela, pubblicato da Baratier, t. I, c. 5, p. 46).