Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano X.djvu/425


dell'impero romano cap. liii. 419


Dopo che si furon divise le province tra i figli di Teodosio, folti sciami di Sciti e di Germani inondarono quelle province, e misero in fondo l’impero dell’antica Roma. L’ampiezza dei dominii velava la debolezza di Costantinopoli: non erano stati attaccati i suoi confini, o per lo meno erano tuttavia nella loro integrità, e l’impero di Giustiniano si era dilatato per due grandi acquisti, l’Affrica e l’Italia; ma non possedettero gli imperatori queste contrade che poco tempo, e precariamente, e fu invasa dai Saracini quasi la metà dell’impero orientale. I Califfi arabi s’insignorirono della Sorìa e dell’Egitto, e dopo sottomessa l’Affrica, i lor Luogo-tenenti soggiogarono la provincia romana che allora formava la monarchia de’ Goti in Ispagna. Approdarono i lor vascelli alle isole del Mediterraneo; a dai porti di Creta e dai Forti della Cilicia, che erano le loro stanze più rimote, gli Emiri, o fedeli o ribelli ai Califfi, insultavano del pari la maestà del trono e della capitale. Le province ancora obbedienti agli imperatori presero nuova forma; alla giurisdizione dei presidenti, dei consolari e dei conti furono sostituiti, sotto i successori d’Eraclio, i temi1 o governi militari quali ce li fa conoscere l’imperator Costantino. L’origine di quei ventinove temi, dodici dei quali in Europa, e diciassette in Asia, è del tutto oscura,

  1. V. Costantino (De thematibus, nel Banduri, t. I, p. 1-30), il quale s’accorda a dire che quella parola è ουκ παλαια non antica. Maurizio (Stratagema, l. II. c. 2) si serve della parola Θημα tema per indicare una lezione: fu poi applicata al posto o alla provincia che esso occupava. Ducange (Gloss. graec. t. I, p. 487, 488). Gli autori han tentato di dar l’etimologia dei temi opsico, optimazio e tracesio.