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dell'impero romano cap. l 35

seta che tutti gli anni è colà mandato dall’imperatore de’ Turchi, fu la prima volta offerto da un pio re degli Omeriti, che regnava sette secoli prima di Maometto1. Potè il culto de’ primi Selvaggi esser contento d’una tenda o d’una caverna, ma poi si innalzò un edifizio di pietra e d’argilla, e non ostante l’incremento dell’arti, e la potenza propria non si scostarono i re dell’Oriente dalla semplicità del primo modello2. La Caaba ha la forma d’un parallelogrammo cinto da un vasto portico; vi si vede una cappella quadrata, lunga ventiquattro cubiti, larga ventitre, alta ventisette, che riceve luce da una porta e da una finestra: il suo doppio tetto è sostenuto da tre colonne di legno; l’acqua pluviale cade da una grondaia, che presentemente è d’oro, e una cupola difende dalle sozzure accidentali il pozzo di Zemzem. Coll’arte, o colla forza ebbe la tribù dei Coreishiti in custodia la Caaba; l’avo di Maometto esercitò la dignità sacerdotale da quattro generazioni inveterata nella sua famiglia, la quale era quella

  1. Pocock, Specimen, p. 60, 61. Dalla morte di Maometto retrocediamo a sessantott’anni, e dalla sua nascita a cento ventinove anni avanti l’Era cristiana. Il velo, o la tela, che oggi è di seta e d’oro, non fu anticamente che una stoffa di lino d’Egitto. (Abulfeda, Vit. Mohammed, c. 6, p. 14).
  2. La pianta originale della Caaba, servilmente copiata dal Sale, dagli autori della Storia universale, ec. è un abbozzo fatto da un Turco, che Reland (De religione Mohammed, p. 113-123) ha corretta e spiegata colla scorta di buone autorità. Si consulti su la Leggenda e la Descrizione della Caaba il Pocock (Specimen, p. 115-122), la Bibliothèque orientale del di Herbelot (Caaba, Hagier, Zemzem, etc.), e il Sale (Disc. prélimin. p. 114-122).