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dell'impero romano cap. lii. 397

potere ereditario, pigliarono il fasto e le attribuzioni di regnanti: la pace o la guerra, i premi o i castighi non dipendevano che dalla lor volontà, e non si impiegavano le rendite del governo fuorchè in servigio del paese, o a sostener la magnificenza del governatore; invece di contribuzioni effettive in uomini ed in danaro, i successori del Profeta ricevettero come un attestato di sommissione, buono solamente a lusingare il loro orgoglio, un elefante, uno stormo di falconi, una serie di tappezzerie di seta o poche libbre di muschio e d’ambra1.

Dopo che la Spagna si levò di dosso il giogo temporale e spirituale degli Abbassidi, si videro comparire nella provincia d’Affrica i primi sintomi della disobbedienza. Ibrahim, figlio di Aglab, Luogo-tenente del vigile e severo Haroun, legò il suo nome e il potere alla dinastia degli Aglabiti. O per indolenza o per politica dissimularono i Califfi l’oltraggio e il danno, e si contentarono ad usare il veleno contro il Capo della casa degli Edrisiti2, che fondò il regno e la città di Fez sulle rive del mare occidentale3.

  1. Si ponno esaminare le dinastie dell’impero Arabo, cercando negli annali d’Elmacin, di Abulfaragio e di Abulfeda le date che rispondono agli avvenimenti, e nel dizionario del d’Herbelot i nomi sotto i quali son distribuiti i vari articoli. Le Tavole del Signor De-Guignes (Hist. des Huns, t. I), presentano una cronologia generale dell’oriente, mista di alcuni aneddoti istorici; ma dal patriottismo fu tratto a confonder l’epoca e i luoghi.
  2. Gli Aglabiti e gli Edrisiti son l’argomento principale dell’opera del Signor di Cardonne (Hist. de l’Afrique et de l’Espagne sous la domination des Arabes, t. II, p. 1-63).
  3. Per non essere accusato d’errori, debbo notare le ine-