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storia della decadenza |
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e l’occidente, che di ben condurre i pezzi d’uno scacchiere di due piedi quadrati1; ma mi do a credere che nell’uno e nell’altro di questi giuochi commettesse gravissimi falli, e osservo che nelle province lontane era già scaduta l’autorità del primo e del più potente degli Abbassidi. L’uniformità dei modi che impiega il dispotismo, veste di tutta la dignità del principe ogni rappresentante nel suo ufficio; la divisione e la bilancia dei poteri dovettero rammentare la consuetudine dell’ubbidienza, e dar ardimento ai sudditi, che sino a quel punto erano passivi nella sommessione, a ricercar l’origine e i doveri del governo civile. Rare volte chi è nato nella porpora è degno del trono: ma l’esaltazione d’un semplice cittadino, talora anche d’un paesano o di uno schiavo, ispira generalmente una grande opinione del suo coraggio e della sua abilità. Il vice-re d’una provincia lontana s’ingegna d’appropiarsi il deposito precario alla sua cura affidato, e di trasmetterlo ai suoi discendenti; amano i popoli di vedere in mezzo a loro il sovrano; e i tesori e gli eserciti, di cui egli dispone, divengono l’oggetto ad un tempo e l’istrumento delle sue mire ambiziose. Finchè i Luogo-tenenti del Califfo stettero contenti al titolo di vice-re, finchè credettero dover implorare per sè o pei figli la rinnovazion dei poteri che avean ricevuto dall’imperatore, finchè sulle monete e nelle preghiere pubbliche conservarono il nome e i titoli di comandanti dei fedeli, si conobbe appena aver l’autorità cangiato di mano. Ma nel lungo esercizio d’un
- ↑ Hyte, Syntagma Dissertat., t. II, p. 57, in Hist. Shahiludii.