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dell'impero romano cap. lii. 395

deserto. [A. D. 929] Un altr’anno, permisero che i pellegrini continuassero il lor viaggio senza interruzione; ma in tempo delle solennità che celebrava la pietà dei fedeli, Abu-Taher prese d’assalto la città santa, e, calpestò le cose più rispettabili della fede de’ Musulmani. I suoi soldati passarono a fil di spada cinquantamila cittadini e forestieri, profanarono il recinto del tempio, seppellindo colà tremila cadaveri; il pozzo di Zemzem fu empiuto di sangue; fu levata la grondaia d’oro; si divisero gli empi Settari il velo della Caaba, e portarono in trionfo alla lor capitale la pietra nera, primo monumento della nazione. Dopo tanti sacrilegii e tante atrocità, continuarono ad infestare le frontiere dell’Irak, della Soria, e dell’Egitto; ma il principio vitale del fanatismo s’era inaridito alla radice. Per iscrupolo o per cupidigia, riapersero la strada della Mecca ai pellegrini, restituirono la pietra nera della Caaba; nè giova indicare quali fazioni li divisero o quall’armi li distrussero. La setta dei Carmatii può considerarsi come la seconda delle cagioni visibili che contribuirono alla decadenza e alla caduta dell’impero de’ Califfi1.

[A. D. 800-936] Il peso e l’ambizione dell’impero medesimo furon la terza cagione della sua rovina, e quella che si comprende alla prima occhiata. Si vantava il Califfo Almamor di reggere con più facilità l’oriente

  1. Si consulti sulla Setta dei Carmatii, Elmacin (Hist. Saracen., p. 219, 224, 229, 231, 238, 241, 243), Abulfaragio (Dynast., p. 179-182), Abulfeda (Annal. moslem., p. 218, 219, ec. 245, 265, 274), e d’Herbelot (Bibl. orient. p. 256-258, 635). Nelle materie teologiche e cronologiche io vi trovo molta contraddizione che sarebbe difficile e poco importante lo schiarire.