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gioventù robusta, che si educava nell’arte della guerra e nella fede musulmana. Questi Turchi, divenuti le guardie del Califfo, circondavano il trono del loro benefattore, e non andò guari che i loro Capi usurparono l’impero del palazzo e delle province. Fu Motassem il primo che desse questo esempio pericoloso chiamando più di cinquantamila Turchi nella capitale, i quali colla eccessiva licenza suscitarono, e si tirarono addosso l’odio pubblico; e dalle contese dei soldati e del popolo fu obbligato il Califfo a lasciare Bagdad, e a trasportare la sua residenza ed il campo de’ suoi barbari favoriti a Sumara, sul Tigri, circa dodici leghe superiormente alla città di Pace1. Motawakkel, suo figlio, fu sospettoso e crudele tiranno. Detestato dai sudditi ricorse alla fedeltà delle guardie turche; questi stranieri ambiziosi, sbigottiti dal vedersi odiati, si lasciarono agevolmente sedurre dai vantaggi che lor promettea una rivoluzione. Per le istigazioni di suo figlio, o per la lor brama di dare a lui la corona, si gettarono all’ora della cena nell’appartamento del Califfo, e lo tagliarono in sette pezzi con quelle spade che aveano da lui ricevuto per difendergli la vita ed il trono. Mo-

    si trova tra l’istoria de’ Cinesi e quella de’ Musulmani, e che altrevolte vi cade entro, crede che quei Turchi siano gli Hoei-ke altramente detti i Kao-tche o i gran Carri; i quali erano disseminati dalla Cina e dalla Siberia sino ai dominii dei Califfi e dei Samanidi; e che formavano quindici orde o masnade ec. (Hist. des Huns, t. III, p. 1-33, 124-131).

  1. Egli cangiò l’antico nome di Sumera o Sumara in quello di Ser-men-rai, città che piace a prima vista (d’Herbelot, Bibl. orient., p. 808; d’Anville, l'Euphrate et le Tigre, p. 97, 98).