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che fece contra i nemici del Corano. In questa contesa personale, le soldatesche dell’Irak, della Sorìa e dell’Egitto, levarono le lor reclute dalle tribù dell’Arabia e dalle masnade turche: numerosa dovette esser la sua cavalleria, benchè convenga dibattere un poco dai cento trentamila cavalli che gli danno gli storici; e le spese dell’armamento sono state valutate di quattro milioni sterlini, ossia centomila libbre d’oro. Si ragunarono i Saracini a Tarso, e in tre divisioni presero la strada maestra di Costantinopoli. Motassem comandava la battaglia: la vanguardia era guidata da Abbas suo figlio, il quale, nelle prime sue prove militari, poteva trionfare con più gloria o perdere con meno vergogna, ed il Califfo avea risoluto di vendicare con pari ingiuria l’ingiuria ricevuta. Il padre di Teofilo era nato in Amorio1 di Frigia, città già cuna della casa imperiale, segnalata pei suoi privilegi e monumenti, e, qualunque fosse l’opinion del popolo, non meno preziosa di Costantinopoli agli occhi del sovrano e della Corte. Fu scolpito il nome d’Amorio sugli scudi de’ Saracini, ed i tre eserciti si riunirono sotto le mura di quella città proscritta. Era stato avviso dei consiglieri più saggi di votar la Piazza, di sgombrarla d’abitanti, e di abbandonarne gli edificii alla vana furia dei Barbari. S’appigliò l’imperatore al più generoso partito di sostenere un assedio, e di dare una battaglia per

  1. Rare volte parlano i Geografi antichi di Amorio, e gli itinerari romani l’hanno dimenticato del tutto. Dopo il sesto secolo divenne sede episcopale, e poi metropoli della nuova Galazia (Carlo di Saint-Paul, Geograph. sacra, pag. 234). Questa città è risorta dalle sue rovine se si legge Amuria invece di Anguria, nel testo del geografo di Nubia (p. 236).