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376 storia della decadenza

i nostri figli? esclamarono i pirati. — Le vostre belle prigioniere faran le veci delle vostre mogli, soggiunse Abu Caab, e in braccio a loro diverrete ben presto padri d’una nuova famiglia„. Non ebbero da prima per abitazione che il loro campo sulla baja di Suda, cinto da una fossa e da un muro; ma da un monaco apostata, fu loro indicato nella parte orientale un sito più opportuno, e il nome di Candace, che diedero alla lor Fortezza e alla colonia loro, e divenuto quello dell’intera isola chiamata poi corrottamente Candia. Delle cento città sussistenti ai tempi di Minosse, non ne rimanean più che trenta, e una sola, per quanto si crede, Cydonia, ebbe coraggio di mantenersi in libertà e di non abbiurare il cristianesimo. I Saracini di Creta non tardarono a rifare vascelli; e i boschi del monte Ida solcarono ben presto i mari. Nei cento trentott’anni di una guerra continua contro quegli arditi corsari, non cessarono i principi di Costantinopoli di attaccarli e inseguirli senza frutto.

[A. D. 727-878] Un atto di severità superstiziosa fece perdere la Sicilia1. Un giovane, che avea rapita una religiosa, fu condannato dall’imperatore a perdere la lingua. Eufemio, tale era il nome del giovanetto, ebbe ricorso alla ragione e alla politica dei Saracini d’Affrica, e fece ritorno ben presto nel suo paese, vestito

  1. Δηλοι (dice il continuator di Teofane, l. II, p. 51) δε ταυτα σαφεστατα και πλατικωτερον η τοτε γραφαισα Οεογνωστω και εις χειρας ελθουσα ημων, tai cose sono manifestissime e più divulgate di quelle scritte allora da Teognosto e venute nelle nostre mani. Questa storia della perdita della Sicilia non si ha più. Muratori (Ann. d’Ital. t. VII, p. 7-19-21 ec.) ha soggiunto alcune particolarità tratte dalle cronache d’Italia.