32 |
storia della decadenza |
|
subito da cavallo, offerse al supplicante il proprio cammello, col suo ricco vestiario, e con una borsa di quattromila monete d’oro; non ritenne che la spada, sia perchè fosse di buona tempera, sia che ricevuta l’avesse da un parente rispettato. Il servo di Kais disse al secondo supplicante: il mio padrone dorme, ma tu ricevi quella borsa di settemila monete d’oro: questo è quanto abbiamo in casa: eccoti di più un ordine, a vista del quale ti sarà dato un cammello e uno schiavo. Il padrone, quando fu desto, diede gran lodi al suo fedele ministro, e lo fece libero, con un mite rimprovero di avere, rispettando il suo sonno, messo limiti alla sua liberalità. Il cieco Arabah era l’ultimo de’ tre Eroi: mentre il mendico ricorse a lui, camminava appoggiato sulla spalla di due schiavi: oimè, esclamò, i miei forzieri son voti; ma tu puoi vendere questi due schiavi: e quando tu non li accettassi, io non li voglio più. A queste parole, respinse da sè i due schiavi, o cercò brancollando l’appoggio d’una muraglia. Abbiamo in Hatem un perfetto modello delle virtù degli Arabi1: era prode, liberale, poeta eloquente, ladro scaltrito: metteva ad arrostire quaranta cammelli per li suoi conviti ospitali, e se un nemico veniva supplichevole, gli restituiva i prigioni, e il bottino. L’independenza de’ suoi concittadini non curava le leggi della giustizia, ma tutti
- ↑ D’Herbelot, Bibl. orient., p. 458; Gagnier, Vie de Mahomet, t. III, p. 118. Caab, e Hesno (Pocock, Specim. p. 43, 46, 48) si segnalaron anch’essi nella liberalità, ed un poeta arabo dice elegantemente di quest’ultimo: Videbis eum cum accesseris exultantem, ac si dares illi quod ab illo petis.