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370 | storia della decadenza |
[A. D. 781-805] Nel tempo della sanguinosa lotta fra gli Ommiadi e gli Abbassidi, aveano i Greci colto il destro di vendicarsi dei torti ricevuti ed allargare i confini. Ma pagarono caro questo piacere sotto Mohadi, terzo Califfo della dinastia, il quale fece esso pure suo pro dei vantaggi che gli presentava la debolezza della Corte bizantina, governata da una donna e da un fanciullo, Irene e Costantino. Dalle rive del Tigri giunse al Bosforo di Tracia un esercito di novantacinquemila Persiani ed Arabi, condotti da Haroun1 o Aronne, secondo figlio del Califfo, e l’imperadrice, che presto lo vide accampato in faccia al suo palazzo sulle alture di Crisopoli o Scutari, comprese allora d’aver perduta gran parte delle sue soldatesche e delle province. Colla sua approvazione, i ministri segnarono una pace ignominiosa, e i donativi scambievoli delle due Corti non poterono mascherare la vergogna d’un annuo tributo di settantamila danari d’oro a cui dovette obbligarsi l’impero Romano. I Saracini non aveano avuta bastante precauzione innoltrandosi in una terra nemica e lontana dal loro impero; per indurli a ritirarsi, furono promesse guide sicure e viveri in abbondanza, nè vi fu un solo Greco da tanto che insinuasse, potersi circondare e distruggere le loro milizie affaticate nel punto che passassero fra una mon-
- ↑ V. il regno e il carattere di Haroun-al-Rashid nella Bibliothèque orientale, p. 431-433, all’articolo di quel Califfo, e negli altri a cui ci rimanda il d’Herbelot: questo dotto compilatore ha trascelto con molto gusto nelle cronache d’oriente gli aneddoti istruttivi e dilettevoli.
alle offerte del Califfo Almamon. Questo sciocco scrupolo, quasi negli stessi termini, è riferito dal continuator di Teofane (Scriptores post Theophanem, p. 118).