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364 storia della decadenza

metri della Grecia1. Con più gloria coltivarono l’astronomia che sublima lo spirito umano, insegnandogli a non curare il piccolo pianeta in cui abita nella propria passaggera esistenza. Il Califfo Almamon somministrò i dispendiosi stromenti necessari agli osservatori: per altro il paese de’ Caldei aveva un terreno egualmente piano, e uno stesso Orizzonte sempre sgombro di nubi: nelle pianure di Sennaar, e la seconda volta in quelle di Cufa misurarono i matematici esattamente un grado del gran circolo della terra, e trovarono essere l’intera circonferenza del globo ventiquattromila miglia2. Dal regno degli Abbassidi sino a quello dei nipoti di Tamerlano, si osservarono le stelle con attenzione, ma senza l’aiuto dei cannocchiali; e le Tavole astronomiche di Bagdad, di Spagna e di Samarcanda3

  1. Abulfaragio, Dynast., p. 81-222; Bibl. arab.-hispan., t. I, p. 370, 371. „In quem„ (dice il Primate de’ Giacobiti) „si immiserit se lector, oceanum hoc in genere (algebrae) inveniet„. Non si sa in qual tempo abbia vissuto Diofanto d’Alessandria. Ma sussistono ancora i suoi sei libri, e sono stati spiegati dal Greco Planude, e dal Francese Meziriac (Fabricio, Bibl. graec., t. IV, p. 12-15).
  2. Abulfeda (Annal. moslem., p. 210, 211, vers. Reiske) descrive questa operazione dietro la scorta di Ibn-Challecan e de’ migliori storici. Questo grado misurato esattamente era di dugentomila cubiti regi, ossia assemiti; misura che gli Arabi avean tolta dai libri divini, e dagli usi della Palestina e dell’Egitto; questo antico cubito si vede quattrocento volte sopra ogni lato della base della gran piramide, e indica, per quanto pare, le misure primitive e universali dell’oriente (V. la Metrologia del laborioso sig. Paucton, p. 101, 195).
  3. V. le Tavole astronomiche d’Ulugh-Begh, colla Prefazione del dottor Hyde, nel primo volume del suo Syntagma dissertationum, Oxford, 1767.